Malattie generali più comuni per le piante

Inutile dire che prevenire è meglio che curare, curare sempre le proprie piante per non stravolgere l'ecosistema che stiamo per creare senza "perdere" piante dovendole togliere dal proprio acquario che ci costano così tanto ogni volta...i medoti per curarle ci stanno. Salvatele, le piante in un acquario sono importantissime, anche più dei pesci.
      MALATTIA
SINTOMO
  • Necrosi
Morte della foglia o parte
 di essa
  • Necrotico
Macchie marroni o nere o
 morte della foglia
  • Clorosi
Ingiallimento della foglia
  • Clorosi intervenale
Ingiallimento delle vene
della foglia
  • Rosetta
Corti internodi della foglia
  • Spot
Puntini sulle foglie
  • Chiazzate
Aree verdi più accese sulla
 foglia e altre chiazze chiare

La salute dei discus

I discus sono oggetto di molte patologie spesso causate da inquinamenti dell'acqua da parte di attività dell'uomo o contratti da altri pesci di specie diverse. 

Molto diffusa purtroppo è la "malattia del buco" sostenuta dai protozoi Spironucleus e Hexamita. Un'altra malattia purtroppo diffusa è la "peste del discus e dello scalare" che colpisce anche Pterophyllum scalare (di cui però può risultare portatore sano), le cui cause sono tuttora poco chiare. Queste due malattie sono possono essere contratte anche da altri ciclidi purtroppo.

Riproduzione discus

Le coppie si isolano con la loro prole mostrando uno spiccato territorialismo. Individui appartenenti alla stessa nidiata o comunque imparentati possono incrociarsi, m con una maggiore percentuale di insuccessi riproduttivi. La coppia si forma lentamente, attraverso imperscrutabili segni di intesa che maschio e femmina si scambiano nel corso di un periodo abbastanza lungo: una volta formatasi, però, è difficile che si sciolga spontaneamente.


La riproduzione avviene spesso in zone appartate, se la zona è frequentata da molti pesci la coppia si può eccessivamente stressare ed i genitori possono finire col divorare le uova soprattutto se la coppia è ancora inesperta. Le uova possono ammuffirsi anche nel caso l'acqua sia inquinata dall'uomo. Una volta isolatasi la coppia completa la pulizia del substrato prescelto per deporvi le uova (foglie larghe e robuste di piante acquatiche o pareti rocciose), successivamente la coppia viene scossa da fremiti: il maschio circonda la femmina agitando le pinne ben tese ed i due girano in tondo per qualche secondo.
 
La femmina, che nel frattempo ha estroflesso un organo di deposizione (ovodepositore) di forma cilindrica, viene invitata presso il luogo prescelto ed inizia ad ovodeporre spostandosi lungo l'asse principale del substrato, generalmente dal basso verso l'alto. Viene subito seguita dal maschio che sfiora amorevolmente le uova con l'organo di fecondazione, leggermente più piccolo e di forma conica, rispetto all'ovodepositore femminile. Questa operazione può durare anche abbastanza a lungo, finché il substrato di deposizione sia coperto da un cospicuo numero di perline adesive, brillanti e turgide.

I partner iniziano subito a "soffiarle" per ossigenarle ed evitare un accumulo di detrito sulla loro superficie, sia muovendo freneticamente le pinne pettorali. Le uova che "imbiancano" (non essendo state fecondate, od a causa di fenomeni degenerativi prodotti da cause diverse, incluso l'inquinamento delle attività umane) sono immediatamente prelevate dai due coniugi, con precisione ed abilità, per evitare che possano ammuffire producendo danni alle larve circostanti. Un pH troppo elevato nell'acqua può rendere i genitori nervosi e svogliati.

Una temperatura troppo bassa, infine, può produrre "disguidi" ormonali, che impediscono sia la formazione delle coppie, sia le normali pratiche di corteggiamento e deposizione. Se i genitori non si sono alimentati abbastanza e se l'acqua contiene un eccesso di flora batterica o di materiali in decomposizione, il successo della riproduzione può essere compromesso. La femmina può deporre alcune centinaia di uova. Se la temperatura si attesta attorno ai 28-30 °C, le pratiche di cura delle uova proseguiranno per circa 60 ore, molto impegnative per i genitori che spesso (ma non sempre) smettono di alimentarsi durante questa delicata fase rirpoduttiva; in definitiva, se la deposizione è avvenuta al tramonto, la schiusa si potrà osservare al mattino del terzo giorno.

Può capitare che la coppia sia formata da due femmine, in quel caso le uova deposte ammuffiranno. Gli avannotti alla nascita sono piccolissimi e muniti di un filamento adesivo sul capo: quelli che cadono sul fondo dopo la schiusa vengono prontamente raccolti da uno dei genitori, che li risputa sul substrato di deposizione. Quando la schiusa è completa, i piccoli discus formano uno strato uniforme brulicante di codine e di occhietti scuri. Spesso viene scelto un secondo sito per trasferire gli avannotti poche ore dopo la schiusa: in questo caso, uno dei partner si occupa della ricerca e della pulizia del substrato, mentre l'altro monta la guardia alla prole.

 Se il nuovo sito si rivela malsicuro oppure semplicemente poco igienico, la coppia sposta nuovamente il "nido", anche più volte nell'arco della stessa giornata. I piccoli, finché sono legati al substrato mediante il filamento adesivo, non si nutrono, essendo provvisti di un sacco vitellino che permetterà loro di superare le prime fasi dello sviluppo. A 3-4 giorni dalla schiusa, però, il tuorlo scompare e gli avannotti cominciano a nuotare in formazione (schooling).

Entrambi i genitori nutrono direttamente la loro prole, con una particolare secrezione mucosa del corpo. Già poco dopo la schiusa delle uova la loro epidermide "deve" assumere una colorazione opaca, prodotta dallo stesso strato di muco-proteine; le pinne, invece, divengono particolarmente scure, assumendo generalmente un colore blu notte. La sostanza prodotta sull'epidermide dai discus è secreta da particolari cellule caliciformi, talvolta contiene alghe unicellulari e protozoi che ne auentano il valore nutritivo.

È stato inoltre evidenziato che questa preziosa sostanza viene prodotta soprattutto sul dorso, sove più si addensano le cellule che la secernono. Se i piccoli si allontanano troppo dai genitori possono continuare la loro crescita alimentandosi con naupli di Artemia salina, detriti di origine animale, larve di chironomi e tubifex, carogne, vegetali. Dopo la schiusa comunque i piccoli rimangono solitamente con i genitori per almeno un mese ed a volte perfino due mesi.



Comportamento discus

Pacifico, e relativamente socievole che forma spesso fitti branchi abbastanza numerosi (diverse decine di individui), all'interno dei quali si instaura una gerarchia che raramente porta a conflitti cruenti; i rapporti cambiano solo durante il periodo riproduttivo. Non è un pesce intraprendente.




Convivono spesso con pesci più piccoli o comunque di branco, predatori di superficie e pesci di fondo: i cardinali (Paracheirodon axelrodi), Paracheirodon simulans, Hemigrammus pulcher, Hemigrammus erythrozonus, Hemigrammus bleheri, Hyphessobrycon erythrostigma, Hyphessobrycon pulchripinnis, Hyphessobrycon herbertaxelrodi,

Descrizione discus

Lunghezza: superano i 18 cm. Appartenenti alla numerosa famiglia dei ciclidi, i pesci disco (o discus) presentano un corpo fortemente compresso ai fianchi ma massiccio e grande. Di profilo hanno forma discoidale, da qui il nome. Le pinne anale e dorsale sono anch'esse arrotondate, ma piuttosto ampie. Le pinne ventrali sono lunghe e sottili. La pinna caudale è potente, a delta.

Symphysodon

Il genere Symphysodon raggruppa due specie di pesci d'acqua dolce comunemente conosciuto come Pesce disco o discus o re dell'acquario. Il nome scientifico deriva dal greco, infatti symphysis (sviluppato insieme) + oduos (denti) significa denti sviluppati insieme.


Ciò deriva dalla particolare conformazione dentale di questi pesci, costituita da due placche ossee che fungono da unico dente per mascella e mandibola. Il genere è distribuito in tutto il bacino del Rio delle Amazzoni.

Prodotti per l'avvio di una vasca

Prodotti decloranti


Il cloro contenuto nell’acqua di rubinetto è tossico per i pesci e quando si rabbocca la vasca è necessario rimuoverlo. I prodotti decloranti agiscono eliminando il cloro istantaneamente. Per eliminare il cloro senza usare sostanze chimiche è necessario lasciare che si dissipi naturalmente lasciando decantare l’acqua, il che richiede circa 24-48 ore.

Biocondizionatori

I biocondizionatori combinano l’azione declorante con l’eliminazione dei metalli pesanti, come piombo, cromo e rame, molto tossici per i pesci. Si possono utilizzare quando si prepara un nuovo acquario o quando si effettua un cambio dell’acqua. Permettono di impiegare con tranquillità anche acqua di rubinetto della quale non si conoscono bene le proprietà.

Acceleranti del ciclo dell’azoto

Quando si allestisce un nuovo acquario occorrono settimane o mesi perché si instauri il ciclo dell’azoto, tramite lo sviluppo di batteri che convertono l’ammoniaca in nitriti e i nitriti in nitrati, meno tossici dei precedenti. Per accelerare il processo si possono utilizzare specifici additivi contenenti i batteri utili a dare inizio al ciclo. Trattandosi di batteri assolutamente innocui non c’è pericolo di sovradosaggio, tuttavia non si deve avere fretta di riempire la vasca di pesci dopo il loro utilizzo e va comunque testata l’acqua per verificare che siano presenti i corretti parametri.

Chiarificatori dell’acqua

Agiscono facendo precipitare le particelle in sospensione che rendono l’acqua torbida, in seguito alla proliferazione batterica causata da un’eccessiva somministrazione di cibo o da una luce troppo intensa.

O2 (ossigeno)

I pesci, i batteri che trasformano e/o eliminano le sostanze tossiche e le stesse piante acquatiche hanno bisogno dell'ossigeno. Tutti per respirare, le ultime soprattutto di notte quando si interrompe il processo bio-chimico della fotosintesi clorofilliana







Co2 (anidride carbonica)

Come abbiamo già accennato il livello del PH dipende dalla presenza nell'acqua di anidride carbonica e dalla durezza carbonica: Più alta è la durezza carbonatica più stabile è il PH, al contrario il livello dell'anidride carbonica deve rimanere basso, massimo 20 milligrammi per litro anche se il valore ideale deve oscillare tra i 5 e i 15 mg/litro. La presenza dell'anidride carbonica è molto importante soprattutto per le piante che la utilizzano nella fotosintesi clorofilliana.

NO3 (nitrati)

Sono il risultato finale della trasformazione dell'ammoniaca ed in parte vengono utilizzati dalle piante per il loro nutrimento. Anche se meno tossica la quantità nell'acquario non deve mai superare i 20 mg/litro. Un eccesso di nitrati può risultare lo stesso tossico per i pesci. Se il valore dei nitrati risulta essere elevato è consigliabile effettuare un cambio parziale dell'acqua dell'acquario facendo bene attenzione a controllare preventivamente anche i valori dell'acqua da versare nell'acquario visto che, soprattutto se si usa l'acqua del rubinetto, si potrebbe correre il rischio di alzare ulteriormente questo valore essendo la stessa acqua considerata potabile fin quando non supera il valore massimo di 50 mg/litro.






NO2 (nitriti)

Costituisce il primo passaggio nel processo di ossidazione dell'ammoniaca. I nitriti sono anch'essi molto tossici per i pesci visto che una concentrazione di 1mg/litro risulta essere letale.






NH3 (ammoniaca)

E' l'insieme delle sostanze organiche prodotte dai pesci, dei residui di cibo e delle piante in putrefazione. Risulta essere molto tossica per i pesci già a concentrazioni molto basse (0,1 mg/litro) e addirittura letale se la concentrazione raggiunge un valore di 0,5 mg/litro. Per fortuna viene trasformata mediante il processo di ossidazione chiamato ciclo dell'azoto in nitriti e poi successivamente in nitrati, molto meno tossici a parità di concentrazione per i pesci. 






dGH

E' il valore che misura il grado di durezza totale dell'acqua indicando la quantità complessiva dei sali disciolti nell'acqua compresi i bicarbonati e i solfati. Il suo valore per essere considerato ottimale deve essere compreso tra 5 e 8






KH

E' il valore che misura il grado di durezza carbonatica dell'acqua. Questo valore che risulta essere molto importante per l'acquario misura la quantità dei sali di calcio e di magnesio disciolti nell'acqua. L'acqua con un basso contenuto di calcio e di magnesio viene detta "dolce" mentre in caso contrario viene definita "dura". Di solito l'acqua potabile è molto dura e per poterla utilizzare per l'acquario si deve abbassare il suo valore mescolandola con dell'acqua distillata. Come già accennato questo valore si contrappone al valore del pH, così come il valore dell'anidride carbonica, e si considera ottimale se il suo valore è compreso tra 4 e 6. Infatti l’acqua con un elevato livello di durezza carbonatica risulta essere più stabile alle fluttuazioni del Ph.





Evitiamo di.....

Evitiamo di posizionare l'acquario vicino fonti di calore, finestre, televisione o stereo.


Evitiamo di posizionare l'acquario su dei piani non regolari.


Evitiamo di introdurre l'arredo del nostro acquario se non lavato o bollito cm sassi ghiaia e legni.

Evitiamo di somministrare troppo cibo ai pesci perchè loro non lo finiscono quasi mai tutto quindi può portare a marcire.

Evitiamo di introdurre troppi pesci in un aquario perchè ognuno di loro ha bisogno di spazio per nuotare e costatare le esigenze delle diverse specie...come pesci di branco o solitari ecc..

Evitiamo di introdurre anche in un acquario di comunità tante specie tutte diversi di pesci.

Evitiamo di tenere un acquario spoglio...aggiungiamo piante per creare un vero piccolo ecosistema.

Evitiamo di non cambiare l'acqua...bisogna farlo almeno una volta la settimana cambiando anche il 20% dell'acqua.

Evitiamo di inquinare l'acquario mettendo spesso le mani dentro l'acquario per sistemare piante e arredi.

Rocce per allestire in nostro acquario

TRAVERTINO

ROCCIA LAVICA
BASALTO

PORFIDO QUARZIFERO


ARDESIA

GRANITO

ZEOLITE

PIETRA ARCOBALENO

Consigli se andiamo in vacanza

Possiamo stare più che tranquilli se andiamo in vacanza esempio una settimana...anche se i pesci non vengono nutriti per 7 giorni non ci sono conseguenze proprio come per le piante, se nelle settimane prima li abbiamo nutriti regolarmente ecc. Però se la vacanza si protrae per più di una settimana sarebbe consigliabile che qualcuno dia da mangiare ai pesci ricordandogli di non esagerare con le quantità di cibo perchè sennò porterà ad uno squilibrio dell acquario stesso o semplicemente andremo ad acquistare spendendo dei soldini una mangiatoia elettrica che somministri loro il cibo.

 Se nel nostro acquario sono nati degli avannotti richiedono cure giorno per giorno quindi non possiamo lasciarli per 7 giorni allo "sbando". Buona norma prima di partire in vacanza controllare sempre il filtro che non sia troppo sporco in modo che non richiedi manutenzione in quei giorni che si sta fuori da casa quindi se è troppo sporco meglio cambiare le spugne.

Attenzione con la mangiatoia automatica perchè questa con l'umidità tende a funzionare male, col cibo può esagerare e non può funzionare sempre bene quindi meglio testarla giorno per giorno per un 4 o 7 giorni in modo che ci fidiamo che vada tutto bene una volta partiti in vacanza....





Alcune piante più usate per un acquario tropicale

Bacopa monnieri

pH 6-8
kH 3-15
15° - 30° C

Larghezza 8-15 cm
Lunghezza 20-30 cm
Luce insensa
Velocita di crescita media
Difficoltà poca





Cryptocoryne lucens

pH 6-8
kH 3-15
20°-30° C

Larghezza 10-15 cm
Lunghezza 8-15 cm
Luce intensa
Bassa velocità di crescita
Difficoltà media



Echinodorus grandiflorus muricatus


pH 6-8
kH 3-15
20°-30° C

Larghezza 25-30 cm
Lunghezza 15-100 cm
Luce intensa
Crescita veloce
Difficoltà media

Anubias "nana"

pH 6-8
kH 3-15
20°-35° C

Larghezza 8 > 8 cm
Lunghezza 5-10 cm
Poca luce
Crescita bassa
Poca difficoltà


Vesicularia dubyana

pH 6-7
kH 4-15
18°-25° C

Larghezza 10-20 cm
Lunghezza 6-60 cm
Luce scarsa o poca luce
Crescita media
Difficoltà facile


Microsorum pteropus serpentifolia

pH 5-8
kH 6-18
18°-30° C

Larghezza 12-20 cm
Lunghezza 15-20 cm
Poca luce
Crescita lenta
Difficoltà facile

Alghe in acquario

Cerchiamo di capire come evitare la proliferazione delle alghe in acquario visto che i parametri o qualcos'altro del nostro piccolo ecosistema non funziona bene.


1) assicurarci la circolazione dell'acqua del nostro fondo (questo non succede se abbiamo una granulometria del fondo troppo fine perchè tende a compattarsi quindi avremo qualche problema)


2) non aggiungere fertilizzanti se non siano specifici per l'acquariofilia


3) evitare l'accumulo di cibo o piante ormai marce che possano causare putrefazione sul fondo


4) assicurarsi di avere una illuminazione adeguata di 8 o 10 ore...non troppa e poca perchè causa la proliferazione di alghe


5) effettuare periodici cambi di acqua (osmotica)


6) controllare che il passaggio dell'acqua nel filtro non sia ostruito e controllarlo una volta al mese anche 2 se il filtro non ci ha dato già problemi


7) avere poche piante o anche in assenza in acquario può portare ad avere una comparsa di alghe


8) ossigenare l'acquario con un semplice aeratore


9) evitare gli sbalzi del valore del PH.

Le alghe in acquario se sono poche è normalissimo...e sono un buon pasto per tutti quei pesci pulitori che se ne cibano ma troppe sono un problema, evitiamo di comprare prodotti che ci garantiscono la non proliferazione di alghe perchè non fanno miracoli ma seguiamo semplici accorgimenti come quelli spiegati e non dovremmo avere particolari problemi.

Impianto Co2 fai da te

Per poter costruire questo impianto di Co2 fatto in casa avremo bisogno di: mastice, un panetto piccolo di lievito di birra, una semplice bottiglia di plastica (NO VETRO), 2 bicchieri pieni di zucchero da cucina, un litro di acqua fredda (non calda sennò il processo chimico rischiamo che non avvenga), un tubo di plastica non rigido e una semplice pietra porosa anche di un aeratore. 
Si procederà così...prendiamo lo zucchero e lo mescoliamo con un litro acqua fredda, apriamo dal tappo la nostra bottiglia di plastica e aggiungiamo l'acqua con lo zucchero, sciogliamo il lievito in mezza tazza di acqua fredda ed eliminiamo i grumi del lievito mescolando bene, introduciamo acqua e lievito nella bottiglia, prendiamo il  tappo facciamo un buco e introduciamo il tubo sigillandolo bene, e al tubo collegheremo la pietra porosa che andrà inserita dentro l'acquario.


Volendo possiamo introdurre un conta bolle (quello per usi ospedalieri) per controllare il flusso di Co2, l'intero impianto sarà in funzione dopo poche ore quando lo zucchero e il lievito fermenteranno all'interno della bottiglia. Infine posizionare la bottiglia più in alto dell'acquario e ricordarci che questo impianto va bene per vasche da 80 a 130 litri...per vasche più grandi utilizzeremo bottiglie o bidoncini di plastica anche da 5 litri.

Tipologie acquari

Acquario di biotopo - dove vengono riunite pesci e piante che appartengono allo stesso habitat, cercando di ricostruire un determinato ambiente (ad esempio una risaia asiatica, una pozza africana, il lago Malawi...).
Paludari - vasche con un livello dell'acqua basso, dove si presta attenzione a ricreare un ambiente particolare anche sopra il pelo dell'acqua

Acquario di riproduzione - è arredato ed attrezzato al fine di facilitare la riproduzione di una determinata specie di pesce.
Acquario d'allevamento - vasca destinata all'allevamento di una singola specie di pesci a scopo di selezionare una razza o per il commercio.
Acquario olandese - è un particolare allestimento della vasca nato negli anni '70 orientato alla coltivazione di piante acquatiche, dove la presenza di pesci è posta in secondo piano. Alcuni consigliano di aggiungere una bombola di anidride carbonica, altri prediligono la produzione di CO2 tramite lieviti (metodo naturale).
Metodo Dennerle - acquario chiuso allestito e fertilizzato con materiali della casa tedesca Dennerle secondo un metodo preciso pubblicato dalla stessa.
Metodo Dupla - acquario preferibilmente aperto allestito e fertilizzato con materiali della casa tedesca Dupla secondo un metodo preciso pubblicato dalla stessa.
Metodo ADA - acquario rispondente a precisi canoni estetici simili a quelle dei giardini Zen, allestito e fertilizzato con materiali della casa giapponese ADA.
Acquario Forzato - acquario aperto con intercapedine sotto sabbia drenata da pompa, può avere filtro interno od esterno anche connesso con il filtro sotto sabbia. Raccomandata aerazione e presenza di cascatella per rinnovare l'acqua in superficie. Ideale per piante galleggianti e piante aeree in coltura idroponica. Se allestito con piante a crescita lenta e popolato con moderazione garantisce stabilità chimica anche attorno ai 30°. Data elevata evaporazione è da preferire acqua molto dolce o osmotizzata. Non necessita di frequente concimazione, anche esposto alla luce diretta del sole non presenta eccessiva formazione di alghe (si raccomanda uno o più pulitori da fondo e vetro). Se costantemente monitorato la manutenzione attiva richiede pochi interventi anche a distanza di mesi (rabbocco evaporazione quindicinale)

Acquario di comunità - dove vengono ospitati pesci e piante di diverse famiglie e specie, indipendentemente dal luogo di origine. Ovviamente vengono raggruppate specie viventi che necessitano delle medesime caratteristiche ambientali.

Acquario per singole specie - sono acquari destinati all'allevamento di medesime specie o generi di un pesce. L'allestimento e l'habitat sono l'ideale per le esigenze degli ospiti.

Il filtro per l'acquario

Esistono tanti tipi di filtro tipo: filtro meccanico, biologico, esterno, interno e percolatore. Il filtro esterno secondo me è molto comodo si può sistemare vicino o sotto l'acquario, e in oltre ha una facile manutenzione. Il filtro interno può ostacolare anche gran parte dello sfondo dell'acquario e dunque meno spazio per le piante (esperienza personale) anche se fa il suo lavoro come gli altri filtri. E il filtro biologico dotato di una pompa centifruga depura biologicamente le sostanze tossiche derivate dalle foglie morte dall'eccessivo mangime che introduciamo in aqcuario e dai processi catabolici dei pesci. Scegliere sempre un filtro "grande" anche per un acquario di soli 100 litri perchè questo ci aiuterà tantissimo...mai sottodimenzionato.

I pesci tropicali

Di pesci ne esistono di tantissime specie e caratteristiche diverse tra di loro pertanto andremo a scegliere quelli giusti per il nostro acquario. Se vogliamo allevare dei comuni ciclidi africani ricordiamoci un valore dell'acqua molto importante ovvero il ph perché preferiscono un ph di circa 8 anche 8,5 quindi anche per le loro esigenze andremo ad allestire l'acquario preferibilmente di rocce piene di nascondigli e non dimentichiamoci che arrivano a crescere anche più di 7 centimetri.

Per gli amanti dei discus ovviamente il nostro acquario dovra essere impeccabile...sabbia o ghiaia fine poiché loro pascolano anche dopo che diamo da mangiare, poche piante perché date le loro dimensioni devono avere un intera vasca per nuotare (una vasca da 150 o 300 litri minimo) e livelli chimici nell'acqua ottimi.

Se poi vogliamo ospitare pesci di qualsiasi specie non basta solo comprare pesci e metterli in acquario ma quanto meno sapere quali pesci si trovano nello stesso biotopo per non creare scompiglio tra di loro infatti alcuni pesci risultano pacifici altri combattivi e arrivano ad uccidere le altre specie. A voi ovviamente la scelta.

l'importanza delle piante per l'acquario

In un Acquario le piante svolgono un'importantissima funzione: assorbono le sostanze nocive prodotte dal metabolismo dei pesci, ammonio, nitriti e nitrati, contribuendo al lavoro del filtro, se presenti in grande numero e specialmente nelle varietà a crescita rapida. Quando si acquistano le piante è importante, tenere conto delle loro esigenze in fatto di luce, fertilizzanti, CO2, perché ognuna ha le sue caratteristiche, ci sono piante più facili e rustiche, come piante invece esigentissime, che reagiscono negativamente a qualsiasi cambiamento. Sicuramente un acquario arredato con le giuste piante può fare solo bene ai pesci. Si dice che sia meglio una pianta in più che un pesce in acquario.

Acqua osmotica

Questa tecnica sfrutta la proprietà di certe membrane semi-permeabili di permettere il passaggio dell’acqua ma di impedire per buona parte il passaggio delle altre sostanze, disciolte nell'acqua, che superino una certa dimensione (legata alle caratteristiche della membrana utilizzata). Pertanto a mio parere utilizzare acqua osmotica è la miglior soluzione per un acquario sano e senza troppe preoccupazioni sul livello dei parametri chimici dell'acqua stessa.

l'allestimento di un acquario tropicale d'acqua dolce

La prima operazione da affrontare, nell’allestimento dell’acquario, è la preparazione del fondo che, a seconda delle piante che si vogliono coltivare e dei pesci che si ha intenzione di ospitare, dovrà essere di dimensioni e caratteristiche specifiche. In genere, è sufficiente collocare uno strato di ghiaia costituita da grani di dimensione variabile da 3 a 5 mm.. La stessa, deve essere accuratamente lavata, prima di essere sistemata sul fondo.

La ghiaia neutra, non fornisce alcun nutrimento alle piante e, pertanto, andrà miscelata con specifici prodotti che si trovano in commercio come i substrati attivi. Suggerisco un tipo di "ghiaia" che contiene, a lento rilascio, delle sostanze fertilizzanti molto usata per le piante. Sistemato il fondo, deve essere introdotta l’acqua. Per evitare che la stessa possa smuovere il fondo, devi avere l’accortezza di mettere, al centro dell’acquario, un piatto e fare in modo che l’acqua trabocchi da esso lentamente. Riempirai la vasca per metà e poi sistemerai le rocce i legni, gli ornamenti (anche sfondi 3D) e gli accessori, in modo da ricreare un ambiente suggestivo per i pesci.

Completato il riempimento della vasca metterai in funzione il filtro nel quale avrai, preventivamente, inserito i materiali filtranti e gli "additivi" di seguito suggeriti. In genere, trascorse 24 ore, l’acqua avrà raggiunto la temperatura ottimale per le piante che intendiamo collocare nella vasca. Le più alte vanno sullo sfondo dell’acquario mentre quelle più basse saranno sistemate davanti, in modo da rendere visibile ogni parte. L’attesa consigliata, per l’introduzione dei pesci, è di una settimana anche se, in commercio, esistono prodotti chimici che permettono di abbreviare di molto questo tempo. Per un buon inizio, consiglio di non avere fretta.

I pesci vanno introdotti nella vasca gradualmente, ossia facendoli adattare lentamente alla nuova temperatura e alle nuove caratteristiche chimiche e fisiche dell’acqua. Il procedimento che suggerisco è il seguente: immergi nella vasca i pesci con ancora la busta chiusa con la quale sono stati trasportati dal rivenditore a casa (in tempi brevi e senza traumi), per circa 15 minuti. Trascorso questo tempo versa un bicchiere di acqua dell’acquario nella busta e attendi altri 10 minuti. Al termine, libera i pesci nella vasca evitando di versare, nella stessa, tutta l'acqua della busta.

Dove posizionare l'acquario?

Posizionare definitivamente l’acquario, prima di iniziare il montaggio, risulta importante perché, una volta ultimato l’allestimento, sarà particolarmente difficile spostarlo. Considera, ad esempio, un acquario da 100 litri. Questo, una volta completo di acqua, filtri, ghiaia e ornamenti vari, può arrivare a pesare circa 180 kg..

Ci sono alcune regole che vanno rispettate. La più importante, fra tutte, è quella di collocare la vasca orizzontalmente e su un piano che sia idoneo al peso che dovrà sostenere. Con il tempo, infatti, potrebbe accadere che l’acquario si lesiona o fa rompere la struttura che lo sostiene. L’acquario, inoltre, non deve essere colpito dalla luce del sole.

 Questa, infatti, potrebbe provocare l'anomala crescita di alghe sui vetri, sugli ornamenti e sbalzi di temperatura specialmente in estate. Infine, è opportuno evitare di sistemarlo in una zona della casa di continuo passaggio. Si rischierebbe di stressare troppo i pesci.

Il mantenimento del ciclo dell'azoto

Anche se per semplicità gli appassionati chiamano il processo in precedenza descritto ciclo dell'azoto, in realtà questo è solo una parte del vero ciclo: l'azoto viene infatti aggiunto al sistema dall'esterno (solitamente tramite il cibo che viene fornito agli abitanti della vasca) e i nitrati si accumulano nell'acqua alla fine del processo o vanno a far parte della biomassa delle piante.

Questo accumulo di nitrati negli acquari domestici richiede che l'acquariofilo sostituisca l'acqua quando è troppo ricca di nitrati oppure rimuova parte delle piante che se ne sono servite.
Gli acquari domestici, in condizioni normali, spesso non hanno una popolazione di batteri sufficiente a trattare tutto l'azoto prodotto dai rifiuti dei loro abitanti. la soluzione del problema è spesso affidata a due sistemi di filtraggio: i filtri a carbone attivo assorbono dall'acqua i composti dell'azoto e altre tossine, mentre i filtri biologici ospitano dei materiali appositamente progettati per favorire l'insediamento degli utili batteri.

Il carbone attivo e gli altri materiali, come resine che assorbono ammoniaca, smette di funzionare quando le sue porosità sono piene e deve essere quindi sostituito con regolarità.
Gli acquari di nuovo allestimento spesso presentano problemi legati al ciclo dell'azoto, dovuti alla scarsità di batteri presenti, noti con il nomignolo di "Sindrome della vasca nuova". Di conseguenza, le nuove vasche devono essere lasciate per un certo periodo a "maturare" prima di immettervi i pesci.

Esistono fondamentalmente tre tipi di approccio da parte degli acquariofili per questo problema: il ciclo senza pesci, il ciclo silenzioso e la crescita lenta.
Nel ciclo senza pesci non vengono immessi pesci nella vasca, mentre invece si aggiungono piccoli quantitativi di ammoniaca alla vasca per nutrire i batteri che si vuole far insediare. Durante il processo si monitorano le concentrazioni di ammoniaca, nitriti e nitrati per controllare i progressi fatti fino al raggiungimento della situazione desiderata.
Il ciclo silenzioso consiste essenzialmente nel popolare la vasca di piante a crescita rapida, contando su di loro per assorbire l'azoto finché la popolazione batterica si sviluppa.

La crescita lenta, che è il metodo più usato, consiste nello scaglionare l'immissione di pesci della vasca in un periodo di 6 - 8 settimane, concedendo così alle colonie di batteri il tempo di crescere e stabilizzarsi prima di iniziare a riciclare le deiezioni dei pesci.
La maggiore concentrazione batterica in un acquario si trova all'interno del filtro; un filtraggio efficiente è essenziale per il funzionamento della vasca.

Talvolta una pulizia del filtro troppo invasiva può disturbare seriamente l'equilibrio biologico di un acquario. La soluzione migliore per eliminare l'eccesso di materiale organico è quindi sciacquare gli elementi meccanici del filtro in una bacinella servendosi dell'acqua dell'acquario, preservando in questo modo la popolazione batterica. Un'altra soluzione può essere quella di pulire solo metà del materiale alla volta.

Carbone attivo per acquario

Il Carbone attivo è uno dei materiali filtranti che l'acquariofilo si avvale. Si tratta di un materiale scuro granuloso o a scaglie e molto poroso in grado, quindi, di trattenere sostanze inquinanti come, medicinali metalli pesanti ecc e non può eliminare i nitriti e nitrati.
l'effetto del carbone attivo dopo poche ore fa tornare cristallina l'acqua di una vasca anche perchè trattiene i coloranti disciolti nella vasca data ad esempio dai legni decorativi. La sua funzione filtrante è triplice ovvero: meccanica, chimico-fisica e biologica.

Per essere utilizzato va versato in speciali sacchetti di rete di nylon, e una volta risciacquato in acqua corrente va poi inserito nel filtro che noi già abbiamo. La capacità filtrante del carbone attivo purtroppo si esaurisce nel giro di un paio giorni e poi gettato via perchè non è più riutilizzabile. E si consiglia un uso saltuario ad esempio dopo averlo utilizzato si aspetta una settimana e dinuovo si ricomincia ad utilizzarlo.